Chi crede di essere al sicuro dall’inquinamento chiudendosi in casa si sbaglia. Infatti, secondo stime dell’Oms, agenti chimico fisici (come gas di combustione, composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici) e biologici (batteri, virus, pollini, acari etc.) provocano nel mondo 4,3 milioni di decessi prematuri all’anno.
Infatti l’aria indoor può essere più pericolosa di quella ambientale perché gli inquinanti esterni vengono intrappolati dalle mura delle abitazioni o degli uffici accumulandosi. Inoltre qualche conseguenza è provocata anche dalla cottura dei cibi e dalle pulizie. Allergie e asma, disturbi al sistema immunitario, a quello cardiovascolare e nervoso sono i danni più comuni.
Si calcola che di norma ogni persona trascorra almeno l’80 % della vita all’interno di un edificio è dunque abbastanza evidente come la qualità dell’aria al loro interno sia determinante. Soprattutto per la salute dei bambini, che, tra l’altro, respirano un numero maggiore di volte rispetto agli adulti e ciò li rende potenzialmente più esposti.
Questa denuncia è il risultato di un’indagine condotta dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima) in quanto escludendo leggi mirate sul fumo passivo, il radon e l’amianto, rispetto al problema generale, manca ancora in Italia una legislazione organica di riferimento che imponga linee guida per la tutela della salute.
In attesa di questa legge la Sima ha stilato un decalogo per gli italiani i cui punti, in sintesi, sono i seguenti: 1) Evitare temperature elevate e umidità negli ambienti; 2) Arearli 2/3 volte al giorno per 5 minuti; 3) Usare in cucina le cappe d’aspirazione e poi areare; 4) Pulire i filtri dei condizionatori; 5) Togliere con la candeggina ogni tipo di muffa; 6) Moderare la quantità dei prodotti per le pulizie e rivalutare aceto e bicarbonato; 7) Rimuovere i tappeti; 8) Usare aspirapolvere che non rilascino odori e particolato; 9) Dotare camini e stufe di sistemi di abbattimento degli inquinanti; 10) Non fumare in casa e in ufficio.
Dai dati del Sima si evince anche che negli ultimo 70 anni del secolo scorso la produzione mondiale di sostanze chimiche è cresciuta di 400 volte e che soltanto negli ultimi 50 anni sono state immesse nel mercato 80mila nuove sostanze chimiche molte delle quali pericolose per l’uomo.